Hentai & Anime, definizione e cenni storici

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view post Posted on 17/8/2007, 02:21




Hentai

(変態, Hentai?) è una parola giapponese utilizzata al di fuori del Giappone per riferirsi a opere animate giapponesi (hentai anime), riviste a fumetti (hentai manga) e videogiochi contenenti riferimenti sessuali o pornografici espliciti. Il suo uso in italiano deriva dall'uso che ne viene fatto nello slang inglese.

È spesso abbreviato con il termine etchi o ecchi (エッチ, ecchi?), dalla pronuncia giapponese della consonante "H" (pronuncia basata sul modello fonetico dell'inglese heitch), lettera iniziale della parola giapponese hentai.

In giapponese il termine hentai significa "perverso" e "trasformazione" e non viene usato per indicare la normale attività sessuale, quanto piuttosto le forme di "anomalia sessuale" (変態性欲, hentai seiyoku?), o di perversione. Per riferirsi a quanto inteso con esso in Occidente viene usata invece l'espressione jū hachi kin anime (18禁アニメ, jū hachi kin anime? "anime vietato ai minori di 18 anni"), oppure seijin manga (成人漫画, seijin manga? "manga per adulti").

Rispetto all'erotismo nella fotografia, l'hentai permette l'uso completo dell'immaginazione, così come di scene completamente distaccate dalla realtà e dai valori culturali "normali". Elementi di fantasie sessuali sono rappresentati in maniera che sarebbe impossibile filmare, neppure disponendo di un budget consistente dedicato agli effetti speciali.

Come forma di espressione di fantasie sessuali, le rappresentazioni possono includere cose inaccettabili nella società o contrarie alle norme sociali. Queste fantasie possono essere portate agli estremi, dimostrando spesso desideri subconsci o motivazioni puramente carnali. Questo contrasto tra la società umana accettata e la sensualità primale è spesso una fonte di eccitazione primaria per chi vive una normale vita giornaliera. Mentre un uomo eterosessuale può fantasticare di fare sesso con una donna attraente incontrata lungo la strada per andare a lavoro, non può agire sulla base di quelle motivazioni senza incorrere in ripercussioni legali e condanna morale; l'hentai esiste come sfogo primario di queste fantasie.

Questo aspetto della cultura giapponese ha acquistato una certa popolarità in Occidente grazie, in larga parte, a Internet. Sebbene siano prodotti anche in occidente fumetti e cartoni animati pornografici, questi non sono mai stati popolari quanto l'hentai.

In confronto ad altre forme di rappresentazioni erotiche l'hentai spesso ritrae le donne come femmine normali nella società che si ritrovano coinvolte in qualche tipo di incontro sessuale e sono spesso eccitate da questo fino al punto di non ritorno. I personaggi possono essere ritratti come timidi o senza pensieri consci riguardo al sesso, fino a che non vengono piazzati in una situazione nella quale sono stimolati ed eccitati. La linea tra sesso consensuale e non può diventare confusa e l'atto diventa una giustificazione per il sesso in sé stesso, motivato primariamente da bisogni e spinte sessuali, abbandonando quella che può essere considerata la correttezza sociale e morale a favore di un sesso puramente viscerale. Questo può essere considerato da alcuni come deumanizzante. Mentre esiste un tema comune di estranei maschi che convincono una donna ad essere fisicamente eccitata dal suo stesso corpo e da quello che il maschio desidera, ci sono anche rappresentazioni di sesso consensuale tra coppie, così come di femmine assertive che prendono l'iniziativa sessuale.


Origine della parola
Non è chiaro come il termine hentai sia venuto a riferirsi al contenuto sessualmente esplicito nella comunità mondiale dei fans di anime. Comunque con la diffusione del World Wide Web, il termine venne intensivamente prodotto da siti pornografici che vendevano l'accesso a manga erotici (frequentemente copie pirata). I banner che promuovevano questi siti potevano per esempio pubblicizzare "ragazze dal vivo ed hentai" con hentai che si riferiva a manga erotici in opposizione alle fotografie. Inoltre molte persone al di fuori della comunità di appassionati di anime e manga ha cominciato ad associare gli anime con un tipo particolare di pornografia estrema (cioè il tentacle rape) che può essere definito con facilità hentai anche in giapponese.


Hentai media
Manga per Adulti o "Ero Manga", sono manga con contenuto erotico. Esiste un'enorme varietà di prodotti: si va dagli Hecchi manga con vaghi riferimenti sessuali ai manga pornografici veri e propri, dove la trama diventa di secondaria importanza. In Giappone i manga per adulti sono venduti nelle librerie (che sostitutiscono le nostre edicole) e nei Konbeni ("convenience store", ovvero le catene di negozi come gli americani 7/11).
Grafica computerizzata (CG artwork): include disegni individuali di un artista. Possono essere disponibili su siti web, CD-ROM o in libri stampati. Le immagini disponibili su internet sono nella maggior parte dei casi estratte in modo illegale da videogiochi bishoujo.
Videogiochi per adulti, bishōjo games (giochi con belle ragazze), ero-ghe (contrazione giapponese delle parole "erotic" e "game"), H-game, sono giochi con contenuti erotici. Possono essere di ogni genere (RPG, Simulation games, Sparatutto, etc.), ma i più diffusi sono le ADV (Adventure Games) basati su trame guidate dal personaggio.
H-Dōjinshi che si riferisce ad un tipo di lavoro che spesso usa personaggi di manga, anime o videogiochi famosi presentati in situazioni sessuali. Di solito si riferisce manga stampati, ma può anche riferirsi ad ogni tipo di lavoro visuale come videogiochi, animazioni e illustrazioni di grafica computerizzata. La familiarità con un particolare personaggio o ambientazione può aggiungere un senso di coinvolgimento con il personaggio, rispetto ai personaggi generici usate nelle opere hentai normali, rendendo i dōjinshi molto più appetibili ai fans di un particolare personaggio. Erroneamente si considerano i dōjinshi opere unicamente erotiche, ma in realtà attualmente questo termine in Giappone è diventato sinonimo di autoproduzioni di manga, videogiochi, cd musicali e gadgets.
Nei circoli di fanfiction, i lavori hentai sono spesso chiamati Lemon, un riferimento ad un popolare titolo hentai intitolato Cream Lemon. Le opere indicate come Lime sono quelle in cui i personaggi fanno praticamente tutto tranne avere rapporti regolari gli uni con gli altri.
In Giappone, il mondo dei Garage Kit (sculture in vinile prodotte in serie limitata) è molto influenzato dal genere erotico e ormai la maggioranza di opere presentate durante le fiere specializzate (vedi Wonderfestival) hanno un carattere più o meno esplicitamente erotico.

Classificazione degli hentai
Esistono tre categorie principali di hentai: lavori che presentano relazioni strettamente eterosessuali (spesso abbreviate "het" dai suoi utenti), yaoi e yuri. Yaoi si riferisce a coppie maschili omosessuali, e yuri coppie lesbiche. Negli Yaoi generalmente i protagonisti sono maschi di genere ambiguo sia nell'aspetto che nei comportamenti. Questi maschi sono detti Bishōnen, che letteralmente significa "bel ragazzo". Il motivo dell'androginia è che il pubblico degli yaoi è principalmente composto da femmine, spesso teenager che tendono a curarsi più del lato romantico della relazione che del sesso reale. Comunque sono diversi dagli shōnen-ai (letteralmente , "ragazzo-amore"), nei quali due maschi esprimono semplicemente i propri sentimenti romantici l'uno verso l'altro e non hanno mai una reale relazione sessuale. Come implicato gli yaoi più spesso che non coinvolgono il sesso o perlomeno dei "giochi preliminari" tra i partecipanti.

Gli yuri sono molto simili agli yaoi tranne per il fatto che si focalizzano su relazioni omossessuali femminili e le femmine in una tipica illustrazione o animazione yuri tendono ad essere molto meno realistiche dei maschi negli yaoi, perché il pubblico degli yuri è composto quasi interamente da maschi. Le femmine negli yuri sono conosciute come "bishōjo," che è sostanzialmente traducibile come "bella ragazza". Gli shōjo-ai ("ragazza-amore") sono l'equivalente femminile degli shōnen-ai.

La varietà dell' hentai racchiude tutti i possibili feticci sessuali, inclusi:

Ecchi

(o Etchi), si focalizza sulla nudità, nudità parziale ed abiti provocanti, piuttosto che sul puro sesso.
Nekomimi

(Ragazze gatto) ed altri personaggi semiantropomorfi che mostrano attributi animali, come orecchie, artigli e code. Generalmente la pelle è completamente visibile e non coperta da pelliccia, a differenza delle opere furry occidentali.
Bukkake

una rappresentazione comune di una femmina usata da più maschi possibile, che al termine eiaculano su di lei. Spesso ritratta in pubblico in zone con un grande numero di maschi presenti.
Expansion play
rappresentazione di penetrazioni con oggetti di dimensioni incompatibili con le proporzioni umane, che causano alterazioni nell'anatomia dei personaggi femminili coinvolti, fino ad espansioni innaturali dei genitali e dell'ano e al coinvolgimento degli organi interni (sono rappresentazioni difficilmente reperibili, anche su internet).
Tentacle rape
è diventato famoso all'estero ed è spesso erroneamente attribuito a tutto l' hentai in generale. In effetti la rappresentazione di rapporti regolari è molto più comune nell' hentai. I tentacoli sono un mezzo conveniente per gli artisti per ritrarre situazioni che richiedono la manipolazione dell'intero corpo femminile, il che può essere più difficile da coordinare in una situazione con un gruppo di maschi. I tentacoli servono come il più basico sostituto fallico, sebbene questo tipo di opere viene spesso evitato da chi desidera una rappresentazione normale del rapporto sessuale.
BDSM
si focalizza sulla dominazione mediante l'uso di corde, attrezzi, giocattoli sessuali e strumenti elaborati. I tempi includono l'imprigionamento, restrizione e sottomissione ai bisogni sessuali.
Ambientazioni fantascientifiche e fantasy, che possono esistere di per sé o essere miscelate ad un'ambientazione contemporanea.
Incesto
che eccita mediante la rottura del tabù delle relazioni interfamiliari.
Futanari, una rappresentazione di femmine che possiedono genitali maschili, spesso in coesistenza con quelli femminili, ed altrettanto frequentemente esagerati oltre le dimensioni normali. Sebbene si discuta se l'attrazione per questo tipo di opera indichi l'omosessualità del lettore, anche lettori eterosessuali li gradiscono. Questo può essere dovuto al fatto che l'eccitazione maschile e l'eiaculazione siano concetti più familiari al pubblico maschile che non i genitali femminili.
Lolicon
include ragazze di età inferiori ai quindici anni. In alcuni casi l'ambiguità dell'età può permettere ad un personaggio di rientrare nell'età del consenso (sedici anni per il Giappone). In alcuni casi sono ovviamente più giovani e pertanto possono essere confuse con la pornografia infantile. In realtà, secondo l'interpretazione giuridica comunemente accettata nella normativa italiana, il mero disegno, per quanto ben eseguito, non è legalmente equiparabile alla pornografia infantile anche perché mancherebbe di fatto il soggetto che è vittima dell'abuso.
Guro
(dall'inglese gore), si focalizza sul sesso accompagnato da violenza cruda ed esplicita, come mutilazioni e smembramenti. Può coinvolgere anche violenza sessuale. È un mezzo per spingersi ancora di più verso l'estremo, e spesso il dettaglio anatomico risulta particolarmente curato per visualizzare in modo credibile le scene. L'effetto suscitato nel lettore può essere comparato a quello di generi musicali estremi come il goregrind, visto che entrambi si basano sul mostrare situazioni di violenza parossistica.
-Rappresentazioni di soggetti con proporzioni fisiche alterate, parti del corpo multiple o anatomie artificiali.
-Rappresentazioni di coprofilia e urofilia.
-Lattazione o feticismo per il latte.
-Feticismo verso le donne incinte, cioè attrazione sessuale verso donne incinte o, più raramente, partorienti (sono rappresentazioni non molto facili da trovare, ma molto più facilmente reperibili rispetto a rappresentazioni di Expansion play).

Generi
Futanari
Lolicon
Shotacon
Tentacle rape
Yaoi
Yuri

Futanari

( ふたなり) è un termine giapponese composto che significa "due metà" o "nuova metà" in giapponese, ed è un genere di manga o anime giapponese pornografico (comunemente detto hentai in occidente) i cui protagonisti sono ermafroditi o femmine con genitali maschili, spesso esagerati oltre le dimensioni normali. Con futanari ci si può anche riferire ai protagonisti del genere stesso, piuttosto che al genere.

In occidente (particolarmente in paesi di lingua inglese) ci si può riferire a questo termine anche utilizzando i termini dickgirls (eufemisticamente ragazze con il pene, dick è una forma molto volgare di pene) o shemales (dove she è il pronome per la terza persona femminile dell'inglese e males significa "maschi") sebbene siano generalmente considerati volgari. Recentemente (in occidente) si è anche iniziato ad utilizzare il termine Newhalf per indicare personaggi con corpo femminile e soli genitali maschili, ed ad utilizzare 'Futanari' per riferirsi specificatamente agli ermafroditi.

Si può pensare che il futanari sia una derivazione dello yuri o dello yaoi, dato che le storie sono più vicine a questi due generi che non alle storie hentai regolari. Secondo altri è una derivazione più mondana dello youkai, che alle volte rappresenta creature o personaggi mitologici

Lolicon
(ロリコン, rorikon?) è un genere di manga, con disegni sessuali riguardanti personaggi femminili in età infantile. Il corrispondente maschile viene chiamato shotacon.

Il termine, di origine giapponese, deriva da "Lolita complex" (complesso di Lolita). In giapponese si riferisce all'attrazione esercitata dalle ragazze in età pre-puberale.

Shota
(ショタコン), abbreviazione di shōtarō complex (しょうたろうコンプレックス) è un termine giapponese che indica l'attrazione, quasi sempre in senso sessuale oltre che affettivo, nei confronti di ragazzini prepuberi o appena puberi. Spesso è ulteriormente abbreviato in shota (ショタ). Nel mondo anglosassone si usa la trascrizione, meno corretta, shotacon. Il corrispondente femminile viene chiamato lolicon.

Origini del termine
Il termine nasce nei primi anni Ottanta all'interno dell'ambiente delle dōjinshi; anche in seguito non trova comunque un'eccessiva diffusione all'esterno del mondo del fumetto e dell'animazione. Per questo molto spesso con shotakon e shota, più che indicare l'attrazione verso i ragazzini, ci si riferisce a quelle dōjinshi che trattano lo shotakon come tematica.

La prima apparizione del termine, verosimilmente, è all'interno della rivista amatoriale Fanrōdo (ファンロード). Non è chiara l'etimologia, ma la teoria più comune è che il riferimento sia a Kaneda Shōtarō, giovane protagonista del fumetto Tetsujin nijūhachi-gō (鉄人28号; in Italia è nota la seconda versione animata televisiva: Super robot 28), scritto e disegnato da Yokoyama Mitsuteru negli anni Cinquanta. Kaneda Shōtarō era un ragazzino deciso, che indossava sempre dei caratteristici pantaloncini. In molti dei fumetti realizzati sulla rivista Fanrōdo i ragazzini protagonisti indossavano anch'essi spesso pantaloni corti (半ズボン), come elemento del feticismo shotakon; il termine dev'essere quindi stato usato da queste autrici, che si erano ricordate del fumetto di Yokoyama Mitsuteru, con cui erano cresciuti negli anni precedenti.


Tematiche shotakon
La stragrande maggioranza delle dōjinshi shotakon (quasi sempre hentai) sono realizzate da autrici femminili per lettrici femminili. Le tematiche includono rapporti tra gli stessi ragazzini, o tra un ragazzino e una controparte più grande o adulta, che può essere sia maschile che femminile; in questi ultimi casi, di solito, il ragazzino protagonista si dimostra particolarmente passivo nel rapporto. Dal punto di vista grafico, il disegno tende a evidenziare l'aspetto infantile, innocente e ingenuo dei protagonisti, rientrando nell'estetica del kawaii. Spesso il kawaii e l'infantilismo dei protagonisti è tanto enfatizzato, da renderli volutamente indistinguibili se maschî o femmine: in tal caso si parla di rorishota (ロリショタ). Quando, invece, ai protagonisti sono aggiunte "appendici" che li rendono simili a piccoli animali (orecchie e code da gattino, o da cagnolino), si parla di kemoshota (ケモショタ


Tentacle rape
(letteralmente: abuso tentacolare) è un concetto presente in alcuni horror hentai dove creature mostruose dotate di numerosi tentacoli abusano di giovani donne (o, più raramente, uomini). Gran parte del genere rientra nell'ambito del BDSM ed in particolare del bondage, quando la "vittima" è imprigionata dai tentacoli.

Toshio Maeda (autore di Urotsukidoji, manga pioniere del genere) sostiene di aver utilizzato il tentacle rape per aggirare la legge giapponese sulla censura, che proibisce di mostrare gli organi sessuali nei film, ma non contempla la presenza di tentacoli o appendici simili.

Alcuni esempi:

La saga di Urotsukidoji ("Beast") - manga del 1986 di Toshio Maeda, poi trasposto anche in anime, edito in Italia da Edizioni Play Press nel 1994;
La Blue Girl serie di OAV poi trasposti anche in film;
Injukyoshi ("Obscene Beast Teacher");
Shokushu High School [1];
Tra i film ricordiamo La città delle bestie (The Wicked City), tratta dall'omonimo manga. Creature dotate di tentacoli sono apparse nell'erotismo giapponese molto prima dell'hentai; tra le prime e più famose opere di questo genere spicca un dipinto intitolato "Sogno della moglie del marinaio", shunga di Hokusai risalente al periodo Edo


Yaoi
è un termine di origine giapponese usato per indicare manga e anime focalizzati su relazioni omosessuali tra protagonisti maschili (corrispondente femminile yuri).
Originariamente si parlava di shounen-ai quando non vi era un rappresentazione grafica esplicita dell'atto sessuale, mentre nello yaoi questo avveniva, ma ormai è uso comune parlare generalmente di yaoi anche quando le relazioni si mantengono a livello platonico.

Origine e significato del termine
Yaoi やおい indicava in origine una dōjinshi la cui trama era focalizzata su una relazione omosessuale tra due personaggi maschili, solitamente bishōnen, ma ora questo termine è stato esteso, con uguale significato, anche a manga, anime e molti doujinshi .
È un termine nato in ambito occidentale come acronimo di YAmanashi, Ochinashi, Iminashi che in giapponese significa "niente climax, niente risvolti, nessun significato". Essendo solitamente più esplicito dello shōnen'ai, è a tutti gli effetti un genere consigliato ad un pubblico maturo per quanto al suo interno possiamo trovare una vasta casistica di sotto-generi; questo ha portato alla falsa credenza che l'acronimo significhi YAmete, Oshiri Itai ("fermati, mi fa male il sedere").
Si tratta di un genere rivolto esclusivamente ad un pubblico femminile, ma apprezzato anche da alcuni maschi omosessuali, molto diffuso sia in oriente e recentemente anche in occidente. Al suo interno ci sono numerosi stereotipi, come ad esempio una differenza spesso anche grafica (uno più prestante, altro più femminile) tra colui che è attivo nell'atto sessuale (seme) e colui che è passivo (uke).


Yuri
(百合, Yuri?) e Shōjo-ai (少女愛, Shōjo-ai?) sono due termini utilizzati spesso dagli otaku per indicare relazioni omosessuali tra donne o ragazze in anime e manga. È fondamentale notare come in Occidente esista l'abitudine di distinguere i due termini e di come, in particolare, sia concezione comune che il primo presenti scene piuttosto esplicite di rapporti sessuali, mentre il secondo abbia una connotazione meno fisica e più platonica. In realtà, in Giappone questa distinzione non esiste, ed il termine viene utilizzato per indicare entrambe le cose.

Definizione

In Giappone, il termine "yuri" è utilizzato per indicare l'attrazione fra le ragazze, tanto in chiave romantica che sessuale, soprattutto per quanto concerne il mercato mediatico. È particolarmente interessante notare come la distinzione tutta occidentale che viene fatta fra i termini "yuri" e "shoujo-ai" in realtà non esista al di fuori del fandom occidentale. Le motivazioni di questa distinzione sono da ricercare nel desiderio di mantenere chiaramente distinti quegli anime che hanno chiari ed espliciti connotati sessuali, dal resto degli anime che pur presentando relazioni omosessuali femminili non hanno alcun legame con la pornografia.

Etimologia
Il termine yuri letteralmente ha il significato di giglio ed è, esattamente come molti altri nomi di fiori, piuttosto comune come nome personale femminile. Nel 1971, Itou Bungaku (editore della rivista Barazoku, una delle prime pubblicazioni rivolte a ragazzi omosessuali), utilizzò i termini "Barazoku" e "Yurizoku" per riferirsi rispettivamente ai ragazzi e alle ragazze omosessuali. In seguito, la particella "-zoku" (letteralmente tribù) andò perduta e rimase l'abitudine ad utilizzare il termine "yuri" per riferirsi a tutti quei prodotti che rappresentano amore, desiderio, attrazione fra le donne, così come è spiegato presso il sito Yurikon, che è ritenuto un punto di raccordo fondamentale nella rete per tutto quanto concerne il genere.

In tale sito, appunto, si legge:

"Yuri can be used to describe any anime or manga series (or other thing, i.e., fan fiction, film, etc.) that shows intense emotional connection, romantic love or physical desire between women. Yuri is not a genre confined by the gender or age of the audience, but by the *perception* of the audience. We can, if we want to, differentiate between shounen yuri - written by men for a primarily male audience; shoujo yuri - written by women for a primarily female audience and; what we at Yuricon like to think of as "pure" yuri - written by lesbians for a lesbian audience...but it's still all yuri. In short, yuri is any story with women in love (or lust) with other women."
"Il termine "yuri" può essere utilizzato per descrivere anime e manga (o anche altro, come per esempio fan fiction, film, etc.) che mostrano una forte connessione emotiva, o un amore romantico, o desiderio fisico fra donne. Lo yuri non è un genere definito dal sesso o dall'età degli spettatori, ma dalla *percezione* degli spettatori stessi. Possiamo, se si vuole, differenziare fra "shounen yuri" (scritto da uomini per uomini); "shoujo yuri" (scritto da donne per donne) e ciò che noi di Yuricon chiamiamo "yuri puro" (scritto da lesbiche per lesbiche). Ma tutti questi sottogeneri sono comunque sempre yuri. In definitiva, è yuri ogni storia con donne innamorate di (o che provano attrazione sessuale verso) altre donne."
Va anche sottolineato che, con il trascorrere del tempo, il termine yuri ha assunto anche valore di aggettivo, quale sinonimo di omosessuale in chiave ovviamente femminile.


Uso in Giappone
In giapponese, il termine Yuri (百合, Yuri?) è, come già detto, favorito a Shōjo-ai (少女愛, Shōjo-ai?) per indicare l'attrazione fra due ragazze nei media, sia essa di natura romantica o sessuale, esplicita o implicita. La costruzione in wasei-eigo Girls Love (ガールズラブ gāruzu rabu, spesso abbreviata in GL è a sua volta largamente utilizzata. Di per contro, il termine Shōjo-ai (少女愛, Shōjo-ai?), così come il corrispettivo maschile Shōnen'ai (少年愛, Shōnen'ai?), non è quasi mai utilizzato, in quanto si tende ad associare entrambi con la pedofilia: questi due termini, infattisono stati erroneamente tradotti in occidente come "amore fra ragazze" e "amore fra ragazzi", ma hanno invece il significato più ambiguo di "amore per le ragazzine" e "amore per i ragazzini" e pertanto sono accuratamente evitati.

Va anche detto che nessuno dei termini citati è utilizzato dalle ragazze omosessuali o bisessuali giapponesi per descrivere sé stesse, pertanto il loro uso è da intendersi legato al solo mondo degli otaku e dei media. Le ragazze omosessuali giapponesi solitamente tendono ad utilizzare i prestiti linguistici dall'inglese レズ (lez) o レスビアン (lesbian), oppure utilizzano parole appartenenti al gergo omosessuale, come nabe.


Plot yuri
Molti fan del genere amano lo yuri per la sua capacità di distorcere e stravolgere i ruoli tipici degli altri genere di anime. Ciò che spesso, invece, viene criticato al genere è il fatto che, soprattutto in passato, la maggior parte delle sue storie finivano con il tramutarsi in vere e proprie tragedie.

C'è da dire che questa tendenza, oggi, fortunatamente sembra non rappresentare più la regola del genere, soprattutto grazie a Kannazuki no miko, primo anime yuri a chiudersi con un lieto fine fra le due protagoniste e, pertanto, considerato una vera e propria pietra miliare del genere.

Ad ogni modo, quando si parla di yuri, bisogna tener conto di come le relazioni sociali giapponesi siano molto diverse da quelle occidentali. L'attrazione per persone dello stesso sesso, soprattutto nell'età adolescenziale è ritenuta naturale in Giappone, più che in Occidente. L'infatuazione, lo scambio di doni, il confondere l'ammirazione per una persona più grande che assume il ruolo di idolo per qualcosa di diverso, e per concludere addirittura baci (soprattutto fra le ragazze) e carezze sono considerate norma nella vita scolastica dei giapponesi.

Va comunque detto, tuttavia, che per i giapponesi tali atteggiamenti rientrano nella serie di esperienze giovanili - sessuali e sentimentali - che hanno solitamente termine con il raggiungimento dell'età adulta. Tale raggiungimento, di solito, coincide con il matrimonio, che rappresenta l'atto pubblico di presa di coscienza della propria identità e della propria condizione di adulti. Per tale motivo, tanto gli omosessuali, quanto gli adulti non sposati sono visti come delle persone problematiche e addirittura possono trovarsi oggetto di discriminazione, soprattutto nel mondo del lavoro e, a dispetto dell'abbondanza di personaggi e situazioni omosessuali in anime e manga, l'omosessualità in Giappone va tuttora incontro ai problemi di accettazione tipici di ogni altra società moderna.

Discorso diverso viene fatto per quelle persone che, pur continuando la loro vita sessuale e addirittura sentimentale, pur essendo dichiaratamente omosessuali, decidono ugualmente di sposarsi. In tal caso, ogni forma di discriminazione sembra decadere, sebbene ciò possa sembrare ovviamente un non-sense. Un particolare esempio di questa situazione lo si può trovare in Maria-sama ga miteru, in particolare nei due cugini Sachiko e Kashiwagi.

Oltre, comunque, alla vita scolastica (dove le relazioni yuri sono spesso legate al concetto onēsama/kōhai e che ritroviamo in anime e manga come Marimite o anche Gokujō Seitokai) e alle relazioni sociali, altre storie yuri solitamente coinvolgono personaggi che non hanno avuto in precedenza esperienze romantiche o sessuali di tipo omosessuale, o addirittura personaggi eterosessuali che si ritrovano attratti da una particolare ragazza e che a partire da ciò iniziano a rivalutare tutta la loro vita e le loro relazioni sociali sotto una nuova ottica, come accade a Yoshida Chizuru in HEN o ancora ad Utena Tenjō in La rivoluzione di Utena (Shojō kakumei Utena).

A proposito di Utena, va detto che tale personaggio rappresenta anche lo stereotipo bishonen, esattamente come personaggi più famosi quali Lady Oscar, Asaka Rei in "Oniisama e" e soprattutto Haruka Tenoh in Sailor Moon.

Oltre a ciò, va ricordato come soprattutto negli ultimi anni si sia sviluppata una vera e propria moda che vede personaggi yuri, spesso stereotipati, utilizzati in anime di genere diverso (soprattutto shonen) per attirare un pubblico più largo. Solitamente, tali personaggi sono utilizzati per attirare audience maschile e in tal caso sono oggetto di fanservice.

Per concludere, va anche ricordata la presenza di numerose relazioni yuri che rimangono in ombra o relegate su di un piano secondario e che spesso accendono le fantasia degli otaku senza rivelare poi nei fatti nulla di ufficiale. In tal proposito vengono utilizzati i termini canon e subtext, che sono piuttosto famosi nel fandom yuri e yaoi.


Brevi cenni storici
Questa sezione è solo un abbozzo. Se puoi, contribuisci adesso ad ampliarla.
Tentare di dare un ordine, in chiave cronologica al genere è qualcosa di molto complicato, tuttavia vanno sicuramente ricordate alcune date che, in qualche modo, rappresentano importanti punti di svolta per la crescita dello yuri.

1971, viene pubblicato Shiroi heya no futari, probabilmente il primo manga che presenta un amore yuri, sebbene a senso unico e destinato a tramutarsi in tragedia.
1972/1973 - 1979, anni in cui è pubblicato Versailles no bara (Lady Oscar): le prime due date si riferiscono al manga, la seconda all'anime. Sebbene tale lavoro non presenti nulla di esplicito, la protagonista è la figlia del capo delle guardie della reggia di Versailles e vive buona parte della sua vita come se fosse un uomo. Non avendo figli maschi, il padre decide di crescerla come un ragazzo e sebbene Oscar sia chiaramente eterosessuale, è tuttora considerata un personaggio chiave perché rappresenta una delle prime donne, in anime e manga, che possono essere ricondotte allo stereotipo bishonen. Va anche detto che Lady Oscar è una delle protagoniste più amate dai fan del genere yuri delle origini.
1994, anno in cui compaiono Haruka Ten'ō e Michiru Kaiō nella serie Sailor Moon S. Sebbene per molto tempo la loro relazione sia stata considerata non ufficiale da molti fan, due interviste dell'autrice Naoko Takeuchi rilasciate anni dopo hanno reso le due ragazze, a tutti gli effetti, una coppia canon.
1996/1997, compaiono il manga e poi l'anime di La rivoluzione di Utena. Le due protagoniste, Utena ed Anthy, sono ritenute punto di svolta per il genere perché rappresentano la prima coppia non stereotipata del mondo yuri.
2003/2004 vedono la comparsa di Maria-sama ga miteru, lavoro ritenuto fondamentale e punto di svolta per il genere, perché rappresenta uno dei primi lavori di yuri puro, per utilizzare la terminologia del sito Yurikon. Tutto in chiave psicologica, privo di azione, focalizza tutta la sua attenzione sull'introspezione delle protagoniste ed è chiaramente rivolto ad un pubblico femminile.
2004, esce Kannazuki no Miko, ritenuto ad oggi uno dei lavori più importanti per il genere, perché presenta per la prima volta un lieto fine fra le due protagoniste.
2005, è l'anno della dichiarazione pubblica di Shizuru Fujino a Natsuki Kuga (Shiznat), in Mai-HiME. Pur non essendo il primo "Ti amo!" in chiave yuri, rappresenta però il primo coming out yuri pubblico in un anime.
2006, è l'anno di Simoun e di Strawberry Panic!, due lavori che si affermano al pubblico per ciò che rappresentano, senza mezzi termini o tentativi di nascondersi dietro cliché. Entrambi i titoli rappresentano il primo esempio di yuri dove ben poco viene lasciato alla speculazione del fandom, determinato il fatto che tutte le relazioni omosessuali fra le protagoniste sono pubbliche e non velate, come avveniva nei lavori precedenti.

Anime
(アニメ, pronuncia animé), dall'abbreviazione di Animēshon, adattamento giapponese della parola inglese animation, ovvero "animazione", è il termine con cui in Giappone si indicano le opere d'animazione in genere, mentre in Occidente viene utilizzato per indicare le opere di animazione di produzione specificamente giapponese.


Definizione
In Italia è un sinonimo di "cartone animato" giapponese. Gli anime spaziano in generi molto diversi tra loro: amore, avventura, fantascienza, storie di bambini, romanzi, sport, fantasy, erotismo (vedi hentai) e molti altri.

Nonostante il luogo comune occidentale che riduce gli anime a prodotto esclusivamente destinato ad un pubblico infantile o, al contrario, a carattere pornografico (con conseguente censura), in realtà l'animazione giapponese è una forma d'arte espressamente commerciale, di cui esistono produzioni per ogni tipo di pubblico, dai bambini agli adolescenti, e agli adulti. Addirittura, la categorizzazione dei sottogeneri ha creato anime e manga pensati e disegnati per categorie specifiche come impiegati, casalinghe, studenti, ecc

Generi
Gli anime vengono catalogati in numerosi sottogeneri, a seconda delle tematiche e del pubblico cui sono destinati:

Shōjo - per ragazze dai dieci anni fino alla maggiore età;
Mahō shōjo - in cui le protagoniste sono ragazze con poteri;
Shōnen'ai - per adolescenti a sfondo omosessuale;
Shōjo-ai - in cui le ragazze hanno relazioni tra di loro;
Shōnen - per ragazzi dai dieci anni fino alla maggiore età;
Seinen - con tematiche complesse per giovani dai 18 ai 30 anni di età;
Mecha - i cui protagonisti sono piloti di robot (generalmente da combattimento).


Dōjinshi
(同人誌, reso anche come doujinshi) sono riviste giapponesi pubblicate in proprio. Il loro contenuto è generalmente collegato al mondo di anime e manga, ma esistono anche molte dōjinshi su videogiochi o telefilm (non necessariamente giapponesi). La maggior parte delle dōjinshi contengono brevi fumetti, cui seguono storie in prosa, illustrazioni e articoli. Le dōjinshi sono realizzate quasi unicamente da amatori, ma anche alcuni artisti professionisti vi partecipano, come mezzo per pubblicare materiale al di fuori dei normali canali dell'industria editoriale.

Il termine deriva da dōjin (同人), che signica "circolo letterario" o "gruppo ristretto", e shi (誌) che significa "rivista". Il vocabolo inglese più immediato per renderlo è quello di fanzine.

Gli appassionati di dōjinshi, creatori o semplici aquirenti, frequentano apposite convention, la più grande e nota delle quali è il Comiket che si tiene Tokyo in Estate ed Inverno.

La maggioranza delle dōjinshi ripropone personaggi di titoli noti vecchi e nuovi, specie nell'animazione (dai Cavalieri dello Zodiaco sino a Sailor Moon), reinterpretati in chiave umoristica, drammatica o alla ricerca di risvolti inediti nei rapporti dei personaggi. Si tratta di brevi fumetti autoconclusivi chiamati aniparo (contrazione di anime parody). Queste pubblicazioni avvengono sempre in bassa tiratura, per evitare eventuali dispute legali dovute al copyright.

Esistono comunque diverse dōjinshi, anche se meno note presso il pubblico estero, che presentano unicamente personaggi e fumetti originali.

Nell'ultimo decennio il mercato delle dōjinshi si è espanso in modo significativo, attraendo migliaia di creatori e fan. Gli sviluppi tecnologici delle tecnologia di stampa hanno aiutato questa espansione, rendendo più facile per i creatori di dōjinshi scrivere, disegnare, pubblicare, promuovere e distribuire i loro lavori. Alcune dōjinshi, ad esempio, sono ora pubblicati su supporti digitali.

Molti autori di dōjinshi si stanno inoltre muovendo verso il mercato online e della stampa a richiesta. Si vedano ad esempio siti come http://www.dlsite.com, http://www.dejipare.com/, e http://www.dojin-club.com/. Altri stanno anche iniziando a distribuire le loro opere mediante canali esteri: http://www.ultimateanimeshop.com.

Categorie
È possibile dividere le dōjinshi in alcune categorie, tenendo comunque conto come si tratti di confini spesso fluidi e poco definiti. Alcune di queste categorie, inoltre, rispecchiano le suddivisioni per generi già presenti nel mercato ufficiale del fumetto giapponese.

Seinen
(青年, lett. "giovane uomo"): indirizzate a un pubblico di maschi maggiorenni, con contenuti spesso ma non necessariamente erotici.
Yaoi
(やおい) e shōnen-ai (少年愛): dōjinshi di argomento omosessuale maschile, indirizzate prevalentemente a un pubblico di giovani donne
Yuri
(百合) e shōjo-ai(少女愛): di argomento omosessuale femminile.
dōjinshi Ippan (一般, lett. "generico"): prive di materiali erotico o pornografico, adatte anche al pubblico più vasto.

fonte: wikipedia.org (liberamente modificato da >VOODOO<)

Edited by >VOODOO< - 23/8/2007, 21:17
 
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