Il tickling in termini sessuali è una forma di attività sessuale caratterizzata dall'eccitazione prodotta mediante una azione più o mena intensa di solletico.
Il tickling, di norma, è praticato come forma di "tortura" lieve durante una seduta di bondage: la persona sottoposta al solletico, più di frequente una donna, dopo essersi parzialmente o totalmente denudata, è immobilizzata in modo più o meno completo mediante l'uso di corde, catene o nastri adesivi, e il partner attivo pratica il solletico direttamente con lo sfregamento delle dita sulle zone sensibili (ad es. piante dei piedi, interno delle gambe, pancia, fianchi, etc.), ovvero mediante l'uso di oggetti e strumenti (come ad es. piume, spazzole, forchette o altro) adatti allo scopo.
Si evidenzia nel tickling il nesso, spesso presente nella sessualità umana, particolarmente in quella femminile, fra l'effetto di disinibizione provocato dalla risata e la liberazione della libido. Nella maggior parte dei casi, infatti, il tickling non prevede una stimolazione particolarmente intensa e diretta delle zone erogene; piuttosto, è spesso la stessa attesa del solletico, a provocare di per sé, nella persona passiva, una condizione di sollecitazione mentale, prima ancora che fisica, tale da predisporla a una maggiore disponibilità erotica. Va sottolineato, in tal senso, che in molti casi il tickling può essere praticato, in modo leggero e da vestiti, anche durante le normali attività quotidiane e sociali, come forma di gioco erotico più o meno sublimato, che tuttavia non sfocia negli atti sessuali.
Cenni storici
Storicamente il solletico trova una prima affermazione come metodo di tortura praticato quasi esclusivamente sulla donna, in virtù del fatto che non provoca dolore fisico ma un'insopportabile fastidio ai soggetti più sensibili.
In due momenti storici diversi fu legalizzato come una delle principali pene corporali.
Nell'antica Cina, dove veniva praticato mediante l'uso di aghi. Il famoso supplizio cinese, consisteva nel punzecchiare la pianta del piede della vittima per ore ed ore. L'aguzzino era bravo nel provocare un misto di solletico e dolore, al quale la vittima stremata finiva per cedere.
Nel periodo medievale, in più stati europei venne istituita dall'Inquisizione la "tortura del sale", riservata per lo più a donne accusate di stregoneria o di adulterio. Questo tormento consisteva nell'imprigionare alla gogna i piedi nudi della vittima, cospargerli sotto le piante e tra le dita di un unto ricavato da sale e lardo per poi lasciare libere due o più capre, tenute rigorosamente a "digiuno" da alcuni giorni, di leccarli voracemente nella parte sensibile. Anche quì i risultati erano scontati, la lingua ruvida lasciata agire per molto tempo seviziava atrocemente la vittima che quasi mai riusciva a resitere a tanto, inoltre nei casi più gravi lasciavano infierire la capra fino a consumare lo strato della pelle, per far sì che dal solletico si passasse al dolore.
Il solletico ancora oggi, viene praticato come forma di tortura in alcuni paesi, anche se non palesemente dichiarato.
Una seconda affermazione non meno importante, è come "arte erotica", meglio conosciuta come tickling. Nella cultura giapponese odierna è considerato un preliminare fodamentale del rapporto sessuale. Un'origine certa di tale affermazione risale agli inizi del 1700 negli ambienti cortigiani di Francia, dove i nobili signori si deliziavano a solleticare le loro serve dopo averle fatte spogliare nude ed immobilizzate. Si ritiene tuttavia, che in alcune culture orientali l'origine risalga a molti anni prima.
fonte: it.wikipedia.org
