| La parolaccia è, a tutti gli effetti, parte della nostra lingua... anzi, in un certo senso ha la funzione di arricchirla e colorirla. Basta pensare che la stessa Corte di Cassazione di Roma ha assolto un consigliere comunale dall'accusa di ingiuria perché aveva detto "vaffanculo" al vicesindaco durante un consiglio comunale. Secondo il giudice, alcune parole e frasi - benché esprimano concetti osceni o a sfondo sessuale, sono diventate di uso comune ed hanno perso il loro carattere offensivo. Questione di punti di vista, certo, anche perché la stessa parola - detta per esempio in inglese - farebbe rizzare i capelli in testa a più d'uno... e non solo durante una seduta di consiglio comunale!
Cazzo è forse la parolaccia più usata nella lingua italiana. Termine volgare, di probabile origine dialettale, era già in uso nella letteratura rinascimentale, usato per indicare il pene. Il suo omologo femminile è fica o figa, frutto della stessa selezione fra le definizioni locali, dialettali e regionali. Entrambi i termini, per via della loro diffusione, sono poi diventati d'uso comune nella lingua italiana.
L'etimologia del termine è incerta: potrebbe essere una contrazione di "capezzo"[/I] (da capezzolo), derivato a sua volta dal lemma latino capítium (sul calco di càput, capo); quindi potrebbe significare 'piccolo capo'. Oppure, potrebbe provenire da cassus, che sempre in latino indicava l'albero maestro. Proprio a quest'ultimo aspetto potrebbe far riferimento il nome volgarizzato dell'organo riproduttivo maschile, il pene, nella sua posizione eretta. Altri ipotizzano che "cazzo" derivi da cazza che è la "gazza ladra", uccello chiamato anche "pica", termine che è una delle tante denominazioni dialettali che indicano il membro. Tuttavia l'ipotesi più accreditata dai linguisti è che cazzo derivi da cazzare, equivalente di cacciare o ficcare in molti dialetti settentrionali.
fonte: clock.splinder.com
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